La pasta all’amatriciana è uno dei piatti italiani più conosciuti e imitati (e diciamo purtroppo), in tutto il mondo.

Si tratta di un primo piatto saporito, gustoso e “robusto”, che viene direttamente dalla tradizione popolare laziale e abruzzese.

Perché abruzzese?

Perché Amatrice, il luogo d’origine di questo incredibile piatto, è un piccolo paese in provincia di Rieti, città che prima di far parte del Lazio, apparteneva in tutto e per tutto all’Abruzzo.

Ma ti sei mai chiesto quale fosse la vera storia della Amatriciana?

Quando e come è nata questa incredibile ricetta che dal 6 marzo 2020, è ufficialmente riconosciuta come Specialità tradizionale garantita dell’Unione europea?

Qual è la storia dell’Amatriciana?

Come sempre, quando si parla di piatti estremamente popolari, le vere origini sono molto difficile da rintracciare.

Per fortuna, ci viene in soccorso uno storico ricettario italiano risalente al 1927: “Il Talismano della Felicità”, di Ada Boni.

Nel 1927, l’autrice descriveva la ricetta in questo modo:

il guanciale viene tritato (e non tagliato a cubetti), messo a soffriggere con strutto e cipolla a cui vengono aggiunti pomodori freschi spellati. Gli spaghetti conditi con questo sugo sono serviti con pecorino – oppure parmigiano, o un misto tra i due formaggi – e abbondante pepe.

Se sei un cultore della cucina italiana, avrai notato qualcosa di strano: la presenza della cipolla.

In effetti, la vera storia della Amatriciana, parte da questa preparazione in cui è presente la cipolla, ingrediente che ad oggi, non è più molto utilizzato in questa ricetta.

La storia dell’Amatriciana e le consuete speculazioni intorno la nascita di questa ricetta, come detto, non sono così facili da ricercare.

Se c’è un elemento certo, è che questa ricetta, possa essere in effetti un’evoluzione di un altro piatto tipico del centro Italia, ovvero della pasta alla “Gricia”, che è a tutti gli effetti, una amatriciana bianca, ovvero senza pomodoro.

Ma come ha fatto la ricetta ad evolversi in quella che oggi tutti noi conosciamo e apprezziamo?

Nel 700′, i napoletani furono tra i primi a scoprire le incredibili qualità del pomodoro e non a caso, si instaurò un duraturo rapporto di amicizia tra gli abitanti di Amatrice e il popolo Napoletano, soprattutto durante il periodo di transumanza dei pastori che abitavano la piccola cittadina.

Proprio i pastori in transumanza nelle terre campane, portarono a casa i segreti del pomodoro, ed è probabilmente da qui che la ricetta ebbe la sua naturale evoluzione.

Un’altra curiosità riguarda i proprietari di osterie a Roma, all’inizio dello scorso secolo.

Molti di loro, infatti, erano abitanti di Amatrice e, con il tempo, la parola “Matriciano“, divenne a Roma sinonimo proprio di oste.

Quello che è sicuro, è che questo piatto partito dalle campagne laziali/abruzzesi, ha raggiunto direttamente il cuore (e lo stomaco) di tanti personaggi illustri.

Uno su tutti?

La Regina Elisabetta II, che pare ne rimase davvero estasiata (ed eviteremo tutte le battute sulla qualità del cibo nel Regno Unito).

Come si prepara l’Amatriciana


Ora che hai scoperto la storia dell’amatriciana (o quella che riteniamo essere la storia più vicina alla verità), è ora di fare un rapido ripasso in cucina.

La preparazione della Amatriciana comincia con il far rosolare il guanciale, senza aggiunta di olio. Quando si sarà formata una buona base grazie al grasso rilasciato dal guanciale, si aggiungerà la passata di pomodoro che, cotta lentamente, formerà un sugo denso e saporito.

Una volta unita la pasta (possibilmente i bucatini), alla salsa, il piatto può essere servito con una foglia di basilico e pecorino romano.

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